Introduzione

Nel mondo del podismo, la corretta tecnica di appoggio del piede durante la corsa riveste un ruolo fondamentale per ottimizzare l’efficienza del movimento. È importante comprendere le differenze tra l’appoggio del piede durante la camminata e la corsa, poiché queste influenzano significativamente la dinamica di corsa stessa.

Differenze tra camminata e corsa

La biomeccanica del cammino e della corsa presentano notevoli differenze. Non si tratta semplicemente di aumentare la velocità, ma di adottare la tecnica giusta per garantire una corsa fluida ed efficace. La distinzione chiave tra camminare e correre sta nella fase di volo: mentre camminando entrambi i piedi hanno una fase di appoggio simultaneo, nella corsa si verifica una fase di volo tra un piede e l’altro.

L’importanza dell’overstriding

Durante la corsa, il concetto di “overstriding” riveste un ruolo centrale. L’overstriding rappresenta la distanza tra il punto di contatto del piede con il terreno e la proiezione del baricentro al suolo. Ridurre questa distanza è essenziale per ottenere una corsa produttiva, fluida e con una spinta adeguata. Al contrario, un’elevata distanza di overstriding porta il corpo a impattare sul tallone, generando una frenata indesiderata e aumentando il consumo di energia. Questa modalità di atterraggio scorretto è spesso responsabile di infortuni alle articolazioni e problemi muscolari.

Variazioni di overstriding e potenziali problemi

È fondamentale riconoscere che il valore di overstriding può variare anche all’interno della stessa sessione di allenamento. Ad esempio, durante un allenamento impegnativo, potrebbe aumentare nella fase finale, portando a disagi come dolori tendinei o muscolari. Queste variazioni richiedono particolare attenzione per evitare sovraccarichi inutili sul corpo.

Tecnica di appoggio del piede nella corsa

Durante la fase di appoggio del piede nella corsa, il modo in cui il piede tocca il terreno è cruciale. Se il tallone è la prima parte a toccare il suolo, si è probabilmente in stato di overstriding. Questo accade quando l’angolo della caviglia è di 90° e il ginocchio è completamente esteso, portando il tallone ad atterrare troppo avanti rispetto all’asse del bacino. Invece, se la parte centrale o metatarsale del piede è la prima a toccare il suolo, l’angolo della caviglia sarà inferiore a 90°, il ginocchio leggermente flesso e la distanza di overstriding sarà minima.

Biomeccanica del triatleta e corsa

Nel contesto del triathlon, la biomeccanica della corsa può essere influenzata da vari fattori muscolari e schemi motori differenti rispetto ai corridori. Durante la transizione dalla bicicletta alla corsa, la corsa stessa può assumere caratteristiche peculiari. Dopo aver pedalato per diversi chilometri, la corsa potrebbe presentare un overstriding prossimo allo zero, con un movimento delle gambe ancora simile a quello della pedalata. Man mano che la fatica si fa sentire, la biomeccanica si ristabilisce gradualmente, con un minore angolo di flessione del ginocchio.

Importanza della valutazione dinamica della corsa

Le valutazioni dinamiche della corsa, condotte da esperti ortopedici, spesso evidenziano l’overstriding come possibile causa di problemi. Anche se l’utilizzo di plantari può contribuire a correggere difetti posturali, la tecnica di corsa rimane l’elemento cardine per un movimento fluido ed efficiente.

Conclusioni

Migliorare l’appoggio del piede nel running è un percorso importante per ottimizzare la dinamica di corsa. Comprendere le differenze tra camminata e corsa, nonché il concetto di overstriding, può aiutare i podisti a prevenire infortuni e migliorare le proprie performance. L’attenzione alla tecnica di appoggio del piede e la valutazione dinamica della corsa sono passaggi chiave verso una corsa più efficace ed efficiente.

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