La pubalgia è un infiammazione muscolo tendinea che si localizza in sede pubica prolungando il dolore della parte antero mediale della coscia del lato interessato.

La pubalgia coinvolge tutti i muscoli che si inseriscono in sede pubica e quindi tutti i muscoli addominali (retti, obliqui e trasversi) pettineo, piramidale e gli adduttori.

Il dolore nasce a livello pubico durante il gesto sportivo o un movimento improvviso, quindi il soggetto deve immediatamente fermarsi e riposarsi. In realtà l’errore più classico è quello di procedere nell’allenamento in quanto il muscolo ben caldo permette ogni tipo di movimento. Al termine della competizione il dolore si irradia e qualsiasi movimento diventa fastidioso.

Le cause della pubalgia sono molte e sempre discusse in quanto la diagnosi spesso e volentieri può essere vaga. È una patologia che si ritrova in diversi soggetti con caratteristiche varie come il calciatore professionista e l’amatore, dal giovane in età adolescenziale al quarantenne, dal corridore allenato al soggetto antisport.

La causa principale che dà luogo alla pubalgia è in ogni caso il sovraccarico funzionale, sforzi improvvisi, allenamenti troppo intensi a cui la struttura muscolare (non ben allenata o riscaldata) risponde in maniera negativa con il campanello dall’arme del dolore. Alla base di questo dobbiamo analizzare due tipi di aspetti che sono il valore aggiunto al sovraccarico funzionale: fattori intrinseci ed estrinseci. I fattori intrinseci sono collegati alla struttura del soggetto come una sindrome pronatoria, un varismo accentuato delle ginocchia, una dismetria degl’arti inferiori o patologie che interessano l’articolazione sacro-illiaca o l’anca. Da non sottovalutare è la differenza della struttura muscolare tra gli addominali e gli arti inferiori, a sfavore degli addominali, e purtroppo è una caratteristica che si ritrova spesso nel corridore amatoriale che trascura esercizi importanti in allenamento. I fattori di natura estrinseca sono le caratteristiche esterne come il terreno stroppo rigido o sconnesso, calzature non adeguate spesso usurate e quindi poco ammortizzanti e con suola consumata asimmetricamente.

Dopo un’accurata diagnosi la cura è prima di tutto il riposo. Può essere affiancata da una cura farmacologica come antinfiammatori, onde d’urto o in casi estremi la chirurgia.

Il nostro compito nella cura e prevenzione della pubalgia è la cura ortesica. Quando  le cause sono la dismetria, pronazione accentuata o ginocchia vare i nostri tecnici ortopedici valutano il soggetto per la realizzazione di un plantare ortopedico realizzato appositamente su misura. La valutazione è molto accurata e comprende l’esame baropodometrico in statica e in dinamica, lo studio al odoscopio e la valutazione degli assi di tutto il corpo.

La pubalgia se non curata in tempo e con i giusti metodi provoca lunghi stop, spesso antipatici e fastidiosi per chi ama lo sport.