In questo articolo appassionante esploriamo il mondo del triathlon, dal nuoto alla corsa, e ci immergiamo nella fatica estrema dell’Ironman. Ma c’è di più: scopriremo la filosofia unica con cui il nostro tecnico Francesco affronta questa disciplina.

Il triathlon è uno sport composto da 3 discipline, nuoto-bici-corsa da fare in sequenza.
Le gare di triathlon si dividono in diverse distanze, super sprint, sprint, olimpico, medio, lungo e super lungo.
Negli anni sono nati diversi circuiti che organizzano queste gare è il piu importante è il circuito IRONMAN. Da qui nasce l’associazione della distanza del triathlon super lungo chiamando la gara Ironman in quanto è la distanza più lunga e quindi riconosciuta la più difficile.
Si dice che il triathlon e l’Ironman sono 2 discipline sportive diverse, in realtà è la pura verità.

Ma cosa significa affrontare una distanza Ironman?

Consiste nel partire con il nuoto in acque libere, quindi mare o lago per percorrere 3.8 km, uscite dall’acqua ed entrate nella transizione numero 1 o T1 dove ci si toglie la muta e si prende la bici. Si pedala per 180 km, senza aiuti esterni per rifornimenti, ma solo da ristori ed è assolutamente vientata la scia. Si raggiunge la T2 ovvero la seconda transizione dove si lascia la bici, ci si mette la scarpe da running e si deve percorrere una maratona di 42 km e 195 metri.

Affrontare una gara del genere non è impossibile, certo non la si può improvvisare, ma studiare e preparare con cura.
Fare l’Ironman non significa presentarsi allo start e partire per completare il percorso, ma diventa uno stile di vita ovvero allenarsi costantemente tutti i giorni, abituare la mente e il corpo ad uno sforzo fisico importante. Bisogna allenare il fisico e la mente a nuotare in acque libere ben diverso dalla piscina, a pedalare e a correre, ma prima di tutto bisogna avere la testa e la coscienza di portare a termine un obbiettivo. E qui subentra l’allenamento della resilienza, che è diverso alla resistenza. La resilienza è la capacità di portare a termine un obbiettivo. Pioggia, vento, freddo, caldo, giorno o notte, bisogna allenarsi con un piano ben stabilito che dura mesi (a volte anni) prima di portare a termine una gara Ironman.

Personalmente mi alleno e gareggio senza l’ausilio di GPS o orologi, la tecnologia non fa per me.
Alla base di numerose tabelle di allenamento ci sono valori da rispettare in ogni allenamento come:
contare le vasche nel nuoto

  • distanza e dislivello nella bici
  • velocità e distanza nella corsa a piedi
  • battiti cardiaci per valutare z1 z2 z3 z4 o z5
  • passi al minuto nella corsa
  • pedalate al minuto
  • watt esercitati sui pedali

E potrei continua all’infinito elencando tutti quei valori che la tecnologia ci offre.
Oggi ci sono ragazzi che si allenano in maniera puntigliosa rispettando valori e dati, mi spiace non fa per me.
Il mio metodo è a “sensazione” ovvero ascolto il mio corpo e capisco i miei limiti, sò quando posso spingere e capisco quando devo rallentare, sò a che ora inizio il mio allenamento e quando lo finirò, quando devo caricare o quando scaricare.

Inconcepibile da tanti triatleti e contestabile da altrettanti allenatori, forse più difficile o forse molto errato, ma a me piace così. Sentire il propio corpo, i muscoli, i tendici e le articolazioni, ascoltare la mente e lavorare. Tutti potrebbero portare a termine una gara Ironman nella vita, basta volerlo.

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