Il plantare nel paziente diabetico ha un occhio di riguardo maggiore rispetto ad altri pazienti, non per discriminazioni o per pazienti di serie “A” o “B” ma per il semplice fatto che il paziente diabetico spesso e volentieri non ha sensibilità.

Purtroppo non avendo la sensazione di percepire il caldo o il freddo o tanto meno il dolore da pressione o da sfregamento, compito del tecnico ortopedico è oltre a realizzare un plantare che possa calzare a pennello, è anche quello di consigliare e verificare che la calzatura si perfetta.

Il paziente diabetico in base al livello di gravità deve utilizzare delle calzature a suola rigida o semirigida. La priorità della tomaia è che deve essere molto ampia senza la presenza di cuciture. I forti calcaneari devono essere imbottiti ma ben contenitivi, la punta deve essere alta e larga per permettere alle dita un buon volume e evitare qualsiasi sfregamento o minima pressione. La suola deve evitare di flettere le dita e il metatarso evitando i gradi di flessione e quindi di sovraccarico metatarsale.

La calzature deve poter ospitare il plantare esclusivamente su calco in materiale termoformabile con rivestimento in PPT forato. Il plantare si deve alloggiare con semplicita senza piegarsi o lasciare spazi vuoti pericolosi.

Il plantare e la scarpa vanno controllati ogni 6 mesi per verificare che le zone di scarico siano correte con una giusta elasticità.

Per il paziente diabetico la prima cura è la prevenzione, curare i piedi significa curare noi stessi.