Il piede cavo ha la caratteristica di avere un arco mediale pronunciato, completamente opposto rispetto al piede piatto; ma purtroppo anche il piede cavo hai i suoi problemi.
Se analizziamo la fase del passo tramite la gait analysis possiamo suddividere il movimento in 3 sezioni:
-appoggio
-spinta
-fase aerea
Il piede cavo avrà un ottima fase di spinta, una fase aera in ipersupinazione e una fase d’appoggio poco confortevole. Fisiologicamente un piede normale durante la fase d’appoggio, dove tutta la pianta del piede è a terra, il piede si appiattisce attivando così il suo ammortizzatore. Il piede cavo è svantaggiato in questa fase perché non riesce a far cedere il suo arco mediale data la forte tensione muscolo tendine.
Recupera il suo svantaggio nella fase di spinta dove acquista la massima rigidità.
Se analizziamo il piede cavo a livello sportivo noteremo che è raro trovarlo in podisti come i maratoneti, perché in questi sport il piede lavorerebbe in continua supinazione con un alto rischio di fratture da stress a livello del quinto metatarso. L’effetto molla costante appoggio-spinta non è armonico quindi si creeranno dei problemi.
In sport come il calcio o il tennis fatti di cambi di direzioni e brusche accelerazioni il piede cavo è la parte vincente per l’atleta. Infatti il piede lavora soprattutto sulla parte metatarsale non caricando sul tallone.
Il piede cavo non è una patologia, ma è una struttura che lavora diversamente da un piede armonico.
Non esiste un sintomo che identifica un piede cavo, ma una forte predisposizione a creare patologie diverse come metatarsalgie, dita a griffe, callosità metatarsali.
Spesso si associano micro traumi distorsivi a livello della caviglia causati dalla ipersupinazione causate dal piede cavo.